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La fotografia di Martino esprime l’alta professionalità di un fotografo amatoriale, un apparente ossimoro, ma se amatoriale è l’espressione di un appassionato della giovane arte, il raggiungimento della professionalità di questa passione.
Il mercato delle piccole città, come Taranto, marginale rispetto al grande circuito della produzione culturale, per altro non offre troppe occasioni di esercitare la propria arte. La documentazione quotidiana di avvenimenti : cerimonie pubbliche e private , eventi culturali o poco più. Ma per un fotografo poco incline a rappresentare il paesaggio, e la natura , predisposto invece ad usare lo scatto dell’obiettivo fotografico, come elemento di ricerca antropologica, sociologica e psicologica anche gli eventi quotidiani possono bastare. Le foto migliori del nostro sono in realtà ritratti, ritratti di persone e stati d’animo, i movimenti e le facce di chi lavora, esercitando i più antichi mestieri, il barbone di paese, gli anziani con il carico di conoscenze e di tradizioni che possono scomparire.
L’incontro con l’esperienza teatrale poi, sia quella delle rassegne comunale, come anche, e forse di più con l’esperienza del premio Talia hanno costituito una occasione per raffinare l’arte del ritratto: La fotografia teatrale è un cimento complesso ed interessante insieme : sul palcoscenico vi è una riproduzione della realtà, il fotografo a sua volta la deve rappresentare, scavando nel significato dei gesti, dei movimenti e nell’espressione dei volti: la raccolta puntuale ricca e variegata di questa documentazione costituisce una grande prova d’autore. Negli auspici è la realizzazione di un libro fotografico che consegni al pubblico i segreti ed i prodotti di tale lavoro.
Mario Pennuzzi